Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato una riforma di sospensione della deroga che consentiva ad alcuni cittadini di viaggiare in area Schengen senza visto per soggiorni brevi.
La nuova riforma reintroduce l’obbligo di visto per determinate categorie di viaggiatori, con l’obiettivo di incrementare la sicurezza interna.
Oggetto della riforma
Come si legge nel Comunicato Stampa del 7 ottobre, il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva la riforma del meccanismo di sospensione della deroga che consentiva ai cittadini di certi paesi di viaggiare nello spazio Schengen senza visto per soggiorni di breve durata. In tal senso, si intendono soggiorni fino a 90 giorni in un periodo di 180.
Il suddetto meccanismo riguarda i cittadini di 61 paesi e la revisione normativa attuata consentirà alla Commissione di reintrodurre l’obbligo del visto in caso di rischi per la sicurezza. Tra i motivi di sospensione alla deroga figurano infatti le minacce alla sicurezza interna, incluso l’aumento di reati gravi commessi da cittadini del paese in questione.
Inoltre, la riforma va intesa come azione di risposta al forte incremento delle domande d’asilo respinte, dei rifiuti di ingresso o del numero di persone che si trattenevano oltre il periodo consentito.
Obiettivi della riforma
Come espresso nella proposta di revisione normativa, le motivazioni che possono portare alla reintroduzione dell’obbligo di visto sono:
- Minacce ibride incluse ad esempio la strumentalizzazione dei migranti da parte di stati terzi
- Programmi di cittadinanza per investitori (i cosiddetti “passaporti dorati”) che destano preoccupazioni in materia di sicurezza e rischi quali corruzione, riciclaggio di denaro, minacce alla sicurezza ed evasione fiscale
- Casi di mancato allineamento alla politica dei visti nell’UE e violazioni della Carta delle Nazioni Unite
- Gravi violazioni del diritto internazionale, dei diritti umani o del diritto umanitario
- Inosservanza delle decisioni delle corti internazionali.
L’obiettivo è creare un effetto dissuasivo. Rimangono ovviamente invariati i motivi già previsti per l’obbligo di visto, quali le minacce alla sicurezza e la mancata cooperazione sui rimpatri.
Inoltre, per scoraggiare i governi di paesi terzi dal violare i termini degli accordi di esenzione dal visto per soggiorni brevi, la riforma darà la facoltà all’UE di sospendere l’esenzione del visto per i funzionari ritenuti responsabili di violazione dei diritti umani o di altre infrazioni.
Prossime tappe
La riforma entrerà in vigore dopo che il Consiglio l’avrà formalmente adottata e, in ogni caso, 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE.
In base alle nuove regole, la Commissione europea (su proposta di uno Stato membro interessato o di propria iniziativa, tenendo conto delle informazioni provenienti da qualsiasi istituzione dell’UE) potrà avviare il processo di sospensione dell’esenzione dal visto per specifici paesi terzi verso lo spazio Schengen, inizialmente in modo temporaneo, e poi permanentemente se le problematiche non vengono risolte.
In conclusione, la riforma vuole rappresentare l’impegno del Parlamento Europeo a favore dei diritti umani e del diritto internazionale.