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Il Visto per Trasferimento Intra Societario in Italia

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Il visto per trasferimento intra societario si applica ai gruppi societari che trasferiscono temporaneamente i loro cittadini extracomunitari, dipendenti di una società del gruppo, alla loro filiale italiana.

Indice dei Contenuti

Consulenza su come ottenere il Visto per Trasferimento Intra Societario in Italia

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Il Visto per Trasferimento Intra Societario permette alle aziende italiane che fanno parte di gruppi multinazionali con filiali o sedi legali all’estero di avvalersi della forza lavoro impiegata dalle loro filiali o sedi legali estere, invece di assumere lavoratori locali.

Le aziende possono trasferire temporaneamente i lavoratori stranieri in Italia tramite il procedimento di distacco, rispettando regole specifiche.

Significato del distacco di lavoratori extracomunitari attraverso il Visto Intra Societario

La nozione di distacco è stabilita dal Decreto Legislativo italiano n. 276/2003. Si riferisce ai casi in cui un datore di lavoro, per soddisfare il proprio interesse aziendale, assegna temporaneamente un lavoratore a un altro soggetto all’estero. Questo per l’esecuzione di una specifica attività lavorativa.

Pertanto, il processo di distacco dei lavoratori comporta la cooperazione tra 3 parti:

  • Datore di lavoro (o azienda di invio);
  • Lavoratore impiegato dall’azienda di invio;
  • Azienda italiana ospitante.

Categorie di Visto per Trasferimento Intra Societario

I cittadini extracomunitari devono ottenere un permesso di lavoro (Nulla Osta) per poter svolgere attività lavorative in Italia. Il rilascio di tali permessi di lavoro è regolato da un sistema di quote annuali. Inoltre, ogni datore di lavoro ha un limite numerico di Nulla Osta ottenibili per ciascuna categoria di lavoratori stranieri. Inoltre, è necessario rispettare i periodi specifici dell’anno per presentare domanda.

Alcune categorie di lavoratori sono escluse dalle quote, consentendo ammissione senza limiti numerici fissi o restrizioni rigide. I lavoratori trasferiti tra società sono temporaneamente assegnati alla filiale italiana di un’entità giuridica straniera.

La legge italiana sull’immigrazione prevede due categorie principali di permessi di lavoro intra societari:

  1. Permesso nazionale di lavoro intra societario (art. 27 c.1 lett. (a) della Legge italiana sull’immigrazione)
  2. Permesso di lavoro ICT DELL’UE (art. 27 quinquies e art. 27 sexies della legge italiana sull’immigrazione).

Con queste due opzioni, i lavoratori non diventano dipendenti locali dell’azienda ospitante. Infatti, mantengono un rapporto di lavoro con il datore di lavoro del Paese d’origine.

Condizioni di ammissibilità per i Visti Intra Societari

I lavoratori che saranno temporaneamente distaccati e che possono ottenere un visto per trasferimento intra societario sono:

  • Dirigenti;
  • Lavoratori altamente specializzati (vale a dire dipendenti in possesso del know-how obbligatorio e specialistico richiesto per l’area di business, le tecniche e la gestione dell’azienda ospitante);
  • Tirocinanti (ovvero dipendenti in possesso di un titolo di studio, che si trasferiscono in Italia per la loro carriera professionale o per l’acquisizione di metodi e tecniche aziendali).

Inoltre, il permesso di lavoro ICT DELL’UE è applicabile anche a quei lavoratori che sono già in possesso di un permesso di lavoro ICT per un altro Paese europeo e che vengono successivamente trasferiti in Italia.

Il permesso non vale per studenti con stage brevi né per lavoratori trasferiti in Italia per fornire servizi alle aziende”. Per queste categorie di lavoratori sono disponibili diverse categorie di visti e permessi di lavoro.

Requisiti per la richiesta del visto Intra societario

Per completare correttamente l’immigrazione, azienda e lavoratore devono rispettare i requisiti richiesti e presentare i documenti obbligatori.

Requisiti obbligatori per l’azienda

  • In primo luogo, deve esistere un collegamento comprovato tra l’azienda ospitante e l’azienda straniera di provenienza;
  • In secondo luogo, deve esistere un accordo di distacco tra l’azienda ospitante e il lavoratore;
  • In terzo luogo, l’attività lavorativa in Italia deve avvenire nel rispetto delle disposizioni locali come se il lavoratore fosse regolarmente assunto nell’azienda ospitante, vale a dire:
    • Massimo e minimo monte ore lavorativo permesso;
    • Durata minima delle ferie retribuite;
    • Salario minimo garantito;
    • Sanità e sicurezza sul posto di lavoro;
    • Pagamento dei contributi dovuti per previdenza sociale.
    • Assenza di discriminazione in base al sesso.

Requisiti obbligatori per il lavoratore extracomunitario

Il lavoratore deve essere stato impiegato all’estero presso la stessa azienda e/o nello stesso settore per almeno 6 mesi consecutivi prima del trasferimento (3 nel caso del permesso di lavoro ICT DELL’UE);

Inoltre, il lavoratore deve possedere le qualifiche, l’esperienza professionale e il titolo di studio adatti a ricoprire il ruolo. Un titolo di studio straniero deve essere legalizzato correttamente per poter essere riconosciuto e utilizzato in Italia. Per maggiori informazioni su questo aspetto, scopri come funziona la legalizzazione dei documenti.

Quanto può durare legalmente il distacco del lavoratore?

Il permesso nazionale intra-societario consente il distacco del lavoratore fino a 5 anni, poi l’azienda ospitante può assumerlo. Nel caso del permesso di lavoro ITC dell’UE, invece, il distacco può durare fino a 3 anni (1 anno in caso di tirocinanti), dopodiché il lavoratore deve tornare nel Paese d’origine.

Conseguenze per il mancato rispetto dei requisiti

La legge italiana sull’immigrazione prevede gravi conseguenze in caso di inadempienza. In particolare, se le autorità accertano che l’azienda o il lavoratore non rispettano le disposizioni di legge, possono negare o revocare l’autorizzazione al permesso di lavoro. Le autorità possono accertare che l’azienda ospitante sia creata esclusivamente per favorire immigrazione di lavoratori in Italia.

Inoltre, l’art. 27-quinquies della legge italiana sull’immigrazione prevede l’applicazione delle sanzioni penali di cui all’art. 22, c. 12 della stessa legge. Ovvero reclusione da 6 mesi a 3 anni e ammenda di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato. Queste possono essere aumentate come previsto dallo stesso articolo in caso di circostanze aggravanti.

Chiarimenti INL sui requisiti dell’azienda

Con la nota no. 12233 del 27 novembre 2020, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha chiarito una serie di aspetti riguardo la corretta applicazione dell’Articolo 27 quinquies del Decreto Legislativo no. 286/1998 che regola i trasferimenti intra-societari.

Nello specifico, l’Art.27 impone all’azienda ospitante di impegnarsi ad adempiere agli obblighi in merito a previdenza sociale e welfare come stabiliti dalla Legge Italiana. Di conseguenza, ogni verifica riguardante la congruenza economica verrà svolta nei confronti dell’entità ospitante (Azienda Italiana). INL ha chiarito inoltre che nel caso in cui l’ente ospitante sia una filiale di un’azienda madre straniera, sarà possibile determinare in termini generali la loro capacità economica, in modo tale che l’azienda madre possa coprire qualsiasi mancanza economica della filiale.

Stabilito questo, la verifica sull’adeguatezza economica dell’ente ospitante resta comunque necessaria. L’indagine verifica che l’entità ospitante non sia creata per facilitare ingressi lavorativi né priva d’attività economica.

Pertanto, seguite le verifiche sopramenzionate e anche come indicato dalla Circolare no. 517 del 9 febbraio 2017, la possibilità di rifiuto o revoca dell’autorizzazione non è esclusa.

Procedura di richiesta del visto per trasferimento intra-societario in Italia

La procedura generale per ottenere il permesso di lavoro e il corrispondente permesso di soggiorno è la seguente:

  • Richiesta di permesso di lavoro: è l’azienda italiana o un suo terzo autorizzato a presentare la domanda. I tempi di elaborazione variano a seconda della provincia italiana, ma in generale non superano i 2 mesi;
  • Ottenimento del visto di lavoro: dopo il rilascio del permesso di lavoro, il lavoratore deve richiedere il visto di lavoro presso la rappresentanza diplomatica del suo Paese di origine. I tempi di elaborazione variano a seconda dei Consolati e delle Ambasciate, ma in generale sono di 15 giorni;
  • Ingresso in Italia e registrazioni locali: entro 8 giorni dall’ingresso in Italia, il lavoratore deve comunicare il suo ingresso all’Ufficio Immigrazione locale. Il lavoratore si presenterà ad un appuntamento per firmare il relativo contratto di soggiorno (ove previsto) e presentare la domanda di permesso di soggiorno;
  • Ottenimento del permesso di soggiorno: Lo straniero dovrà presentarsi personalmente ad altri due appuntamenti. Il primo è finalizzato al rilascio dei dati biometrici, mentre il secondo al ritiro del permesso di soggiorno definitivo. I tempi di elaborazione per l’ottenimento del permesso di soggiorno definitivo sono di 2-6 mesi.

Quadro normativo

Autorità Fonte Numero Articolo Data Link

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