Il 4 settembre 2024, il Consiglio Federale svizzero è stato incaricato di esaminare il postulato 22.3872 della Commissione della politica estera del Consiglio nazionale del 28 giugno 2022 riguardante le differenze tra il diritto svizzero e quello dell’Unione Europea in materia di protezione dei lavoratori, e di indicare gli eventuali adeguamenti necessari al fine di allinearsi al diritto UE.
Secondo le conclusioni del rapporto, il diritto svizzero offre un livello di protezione dei lavoratori paragonabile a quello dell’UE, non rendendo necessari ulteriori adeguamenti normativi.
Comparazione del diritto svizzero e del diritto UE
Per rispondere al postulato, è stato istituito un gruppo di lavoro interdipartimentale che ha confrontato dodici atti normativi dell’UE e la loro applicazione in alcuni Paesi Membri come Francia, Germania e Paesi Bassi.
Quanto è emerso dall’esame comparativo è che nella maggior parte dei casi le differenze riscontrate riguardano aspetti di minore rilevanza che non comprometterebbero il livello di protezione dei lavoratori garantito in Svizzera.
Le differenze più rilevanti si registrano in relazione a due Direttive recenti:
- Direttiva (UE) 2019/1152, relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell’Unione Europea;
- Direttiva (UE) 2019/1158, relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza.
Ad ogni modo, tali divergenze non implicano la necessità di modificare il diritto svizzero per raggiungere i medesimi livelli di protezione garantiti dalla normativa comunitaria.
In definitiva, la protezione dei lavoratori prevista dal diritto svizzero non presenta marcate lacune.
Come in passato, la Svizzera continua a preferire affidarsi a un dialogo sociale che coinvolga attivamente le parti sociali, evitando così di recepire in modo unilaterale e automatico le direttive europee. Questo coinvolgimento delle parti si è rivelato efficace sia in fase di espansione che di contrazione economica al fine di non marginalizzare il fondamentale contributo delle parti sociali.
Il diritto del lavoro svizzero rimane indipendente dal diritto UE
Dal 1992, anno in cui la Svizzera ha rifiutato l’adesione all’accordo sullo Spazio Economico Europeo (SEE), il Paese si è impegnato autonomamente nell’adeguare parte del proprio ordinamento interno, al fine di renderlo maggiormente conforme alla normativa comunitaria. Sebbene non sia obbligata a recepire le normative europee, la Svizzera osserva con attenzione gli sviluppi comunitari, adottando solo quelle modifiche che risultano coerenti con gli obiettivi nazionali.
Da sottolineare che le normative analizzate nel rapporto non sono oggetto dei negoziati in corso tra la Svizzera e l’UE.
Tuttavia, il Consiglio federale sta cercando di allineare le regole sul distacco dei lavoratori – derivanti dall’Accordo sulla libera circolazione delle persone – con le normative europee. L’obiettivo è garantire la protezione dei lavoratori distaccati e prevenire pratiche di concorrenza sleale, mantenendo così le attuali condizioni salariali e lavorative nel mercato del lavoro svizzero.
Scopri di più sullo stato attuale della normativa UE sul distacco.
In conclusione, la Svizzera manterrà la propria legislazione in materia di protezione dei lavoratori senza adottare cambiamenti significativi, poiché il sistema attuale è considerato adeguato e in linea con gli standard europei.