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Dichiarazione dei redditi in Italia: guida per expat

Questa guida sulla dichiarazione dei redditi in Italia fornisce i dettagli sugli adempimenti relativi alla dichiarazione dei redditi in Italia, oltre ai vari tipi di dichiarazione, le scadenze e le sanzioni previste in caso di inadempienza.

Indice dei Contenuti

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Chi lavora all’estero deve fare la dichiarazione dei redditi in Italia?

I presupposti per la dichiarazione dei redditi in Italia si basano sulla residenza fiscale del soggetto. Per esempio, i soggetti che risiedono fiscalmente in Italia devono pagare le tasse sul loro reddito percepito a livello mondiale. Questo presupposto si applica indipendentemente dalla nazionalità del contribuente.

D’altro canto, i soggetti non residenti dovranno pagare le tasse solo sul reddito prodotto in Italia.

Coloro che risiedono fiscalmente in Italia devono pagare le tasse in Italia sui redditi prodotti in tutto il mondo, indipendentemente dalla loro nazionalità o dal Paese in cui il reddito è percepito.

Come pagare le tasse in Italia

L’imposta italiana sul reddito può essere ritenuta alla fonte da un sostituto d’imposta (datore di lavoro) italiano. In assenza di questi, i soggetti dovranno dichiarare il loro reddito imponibile nella dichiarazione dei redditi italiana (Modello Redditi PF o Modello 730) e versare l’importo dovuto entro le scadenze previste (cosiddetto metodo dell’autotassazione).

Tuttavia, in alcuni casi, l’imposta trattenuta alla fonte potrebbe non essere sufficiente ad esentare il contribuente dalla compilazione della dichiarazione.

Un caso emblematico è quello di 2 o più redditi tassati alla fonte da datori di lavoro diversi, ma comunque soggetti a tassazione progressiva. In questo caso, la dichiarazione viene compilata per dichiarare il totale del reddito imponibile, il totale delle ritenute versate e per calcolare la differenza dell’imposta sul reddito che il contribuente dovrà versare.

Il pagamento dell’imposta sui redditi derivante dalla dichiarazione dei redditi italiana, Modello Redditi PF, si effettua tramite modello F24.

Pagamento del Modello F24

Il modello F24 può essere pagato tramite i seguenti canali:

  • Servizi telematici di Poste Italiane, utilizzando i servizi “F24 web” oppure “F24 online”;
  • Canali telematici “Fisconline” o “Entratel”;
  • Servizi di internet banking della propria banca o del conto BancoPosta.

In caso di dichiarazione dei redditi compilata tramite Modello 730, l’importo dell’imposta sul reddito è dedotto direttamente dallo stipendio o pensione del contribuente, e versato dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico all’ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate.

Quando pagare le tasse in Italia

A meno che non venga concessa un’estensione, il pagamento dell’imposta sul reddito risultante dalla dichiarazione dei redditi in Italia – Modello Redditi PF – è da versare entro il 30 Giugno dell’anno successivo all’anno fiscale in corso.

I contribuenti possono effettuare il versamento anche entro la seconda scadenza del 31 Luglio, con un importo maggiorato dello 0,40% rispetto all’importo iniziale.

In aggiunta alla liquidazione dell’imposta per l’anno fiscale per cui si compila la dichiarazione, i contribuenti devono versare 2 acconti per l’anno fiscale successivo. Il totale degli acconti è uguale al 100% dell’imposta dell’anno precedente.

Il pagamento degli acconti dovrà essere versato in due rate: il 40% entro la scadenza di Giugno/Luglio e il 60% entro il 30 Novembre dello stesso anno.

Scadenze fiscali
Anno Fiscale Termine previsto per la compilazione del Modello Redditi PF Termine previsto per il pagamento dell’imposta
X 30 Settembre X+1 (vedi capitolo successivo per maggiori informazioni) 30 Giugno X+1 a. Saldo dell’imposta dovuta per l’anno X b. Prima rata (se dovuta) per l’anno X+1, pari al 40% dell’imposta versata nell’anno precedente
30 Novembre X+1 c. Seconda rata (se dovuta) per l’anno X+1, pari al 60% dell’imposta versata nell’anno precedente.

Le scadenze che cadono di sabato, domenica e nei giorni festivi sono posposte al giorno lavorativo successivo.

I contribuenti possono anche optare per una riduzione dell’acconto. Ciò risulta conveniente per evitare pagamenti in eccesso, per i quali sarebbe necessario richiedere il rimborso. Per esempio, questo potrebbe avvenire nel caso in cui il contribuente non abbia più una fonte di reddito o laddove si preveda che il reddito per l’anno corrente sia minore rispetto a quello dell’anno precedente.

Sono previste sanzioni ed interessi in caso di pagamenti inferiori (es. il reddito effettivo è più alto di quello previsto). È possibile ridurre le sanzioni tramite il ravvedimento operoso, prima che l’Agenzia delle Entrate effettui l’accertamento.

Mancato pagamento delle tasse in Italia: quali sono le conseguenze

In caso di mancato pagamento degli oneri risultanti dalla dichiarazione dei redditi entro i termini previsti, si applica una sanzione pari al 30% dell’importo non versato.

La sanzione può essere ridotta al 15% se il ritardo non supera i 90 giorni. Oltre a questa multa, sono previsti degli interessi, calcolati su base giornaliera, a partire dalla data in cui l’imposta avrebbe dovuto essere versata fino alla data effettiva del pagamento.

Il diritto tributario italiano prevede delle condizioni specifiche per i contribuenti che vogliano regolarizzare la propria posizione. Ciò è possibile a patto che il reato non sia stato ancora valutato dall’Agenzia delle Entrate e, in ogni caso, non sia stato svolto nessun accesso, ispezione, revisione o altra azione amministrativa di cui il contribuente sia formalmente a conoscenza.

Questa procedura, nota come “ravvedimento operoso”, permette ai contribuenti di rettificare le proprie omissioni o irregolarità nel pagamento degli oneri e consiste nella riduzione delle sanzioni applicabili:

  • 1/10 della sanzione minima se la regolarizzazione avviene entro 30 giorni dalla scadenza originale;
  • 1/9 della sanzione minima se la regolarizzazione avviene entro 90 giorni dalla scadenza originale;
  • 1/8 della sanzione minima se la regolarizzazione avviene entro la scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui la violazione è stata commessa;
  • 1/7 della sanzione minima se la regolarizzazione avviene entro la scadenza per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello in cui la violazione è stata commessa;
  • 1/6 della sanzione minima se la regolarizzazione avviene dopo la scadenza per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello in cui la violazione è stata commessa.

In breve, prima avviene la regolarizzazione, minori sono le sanzioni.

Che differenza c’è tra il 730 e il Modello Redditi PF?

Il Modello 730 è una dichiarazione dei redditi semplificata per dipendenti e pensionati, che offre più vantaggi rispetto al Modello Redditi PF.

Le caratteristiche principali del Modello 730 sono le seguenti:

  • È più facile da compilare per il contribuente;
  • Non è necessario calcolare l’imposta: ciò viene svolto da un intermediario autorizzato o dal CAF (Centro di Assistenza Fiscale), spesso designati dal datore di lavoro;
  • Prevede il rimborso quasi immediato dei crediti d’imposta risultanti dalla dichiarazione; questi vengono rimborsati attraverso la busta paga/pensione o direttamente dall’Agenzia delle Entrate;
  • In caso di oneri fiscali, il datore di lavoro o l’Istituto Nazionale di Previdenza dedurrà l’imposta risultante dalla busta paga (o dalla pensione) del contribuente;
  • È permessa la compilazione congiunta con il coniuge.

Tuttavia, è bene sottolineare che, oltre ad essere limitato a dipendenti e pensionati, il Modello 730 può essere utilizzato per dichiarare specifici tipi di reddito, come: redditi da lavoro dipendente e simili, pensioni, redditi derivanti da immobili, redditi da capitale (soggetti a tassazione ordinaria), redditi da lavoro autonomo (esclusi redditi soggetti ad IVA) ed alcuni redditi soggetti a tassazione separata.

Il Modello Redditi PF

Il Modello Redditi PF, invece:

  • Può essere usato per dichiarare qualsiasi tipo di reddito;
  • Può essere compilato sia da chi è fiscalmente residente che dai non residenti;
  • Non permette la compilazione congiunta e le imposte risultanti devono essere versate direttamente dal contribuente.

In aggiunta a queste caratteristiche:

  • Il rimborso può essere riportato alla dichiarazione dell’anno successivo e può essere utilizzato per altre imposte, oppure
  • Può essere richiesto come rimborso direttamente all’Agenzia delle Entrate. È bene notare che, a differenza del Modello 730, i rimborsi derivanti dal Modello Redditi PF non sono immediatamente disponibili dopo la presentazione della dichiarazione. I contribuenti devono spesso attendere a lungo prima di ricevere il rimborso.

Quando è necessario presentare la dichiarazione dei redditi – Modello Redditi PF?

La dichiarazione dei redditi italiana deve essere compilata nell’anno successivo all’anno fiscale in oggetto. Il Modello Redditi PF può essere compilato:

  • Dal 2 Maggio fino al 30 Giugno per la compilazione cartacea;
  • Fino al 30 Settembre in caso di presentazione telematica;
  • La compilazione tardiva è permessa fino a 90 giorni dalla scadenza ordinaria del 30 Settembre (approssimativamente entro il 28 Febbraio dell’anno successivo). Per la compilazione tardiva è prevista una sanzione di €25 (1/10 di €250), da aggiungere alle sanzioni/interessi dovuti sugli oneri derivanti dalla dichiarazione.
  • Le dichiarazioni compilate dopo 90 giorni dalla scadenza sono considerate omesse, e sono previste sanzioni tra il 120% e il 240% dell’imposta dovuta (aumentate di un terzo per i redditi prodotti all’estero e raddoppiate per i redditi prodotti in Paesi della cosiddetta “black list”). Inoltre, si applicano interessi calcolati su base giornaliera, a partire dalla data in cui il pagamento sarebbe dovuto avvenire fino alla data effettiva del pagamento. In questo caso, la dichiarazione omessa può ancora essere presentata, e le sanzioni e gli interessi stimati possono essere calcolati e pagati; tuttavia, le sanzioni e gli interessi finali saranno calcolati e richiesti dalle autorità fiscali italiane.

Si può correggere la dichiarazione dei redditi in Italia?

I contribuenti possono rettificare la propria dichiarazione dei redditi in Italia fino a 5 anni dopo la compilazione. Durante questo periodo, è possibile aggiungere cambiamenti favorevoli per il contribuente e/o si possono correggere omissioni che potrebbero risultare in imposte aggiuntive.

In caso di dichiarazione infedele (cioè in caso di dichiarazione inferiore), gli oneri aggiuntivi risultanti da tale rettificazione sono soggetti a sanzioni tra il 90% e il 180%, aumentate di un terzo per i redditi prodotti all’estero e raddoppiati per i redditi prodotti in un Paese della “black list”.

Tuttavia, le sanzioni applicabili possono essere ridotte attraverso la procedura del cosiddetto “ravvedimento operoso”. Ciò è consentito fino a determinate scadenze, previste dalla legge e precedentemente descritte.

Se la dichiarazione dei redditi annuale include anche una sezione RW, ci sono delle norme specifiche e delle condizioni di pagamento da controllare e considerare, descritte nel paragrafo seguente.

Il Modello RW della dichiarazione dei redditi in Italia

Gli individui fiscalmente residenti in Italia sono soggetti ad obblighi informativi rispetto alle attività finanziarie detenute fuori dal territorio italiano.

In caso di investimenti o attività finanziarie all’estero detenuti attraverso un intermediario finanziario residente in Italia (es. una società fiduciaria), non sussistono invece obblighi di comunicazione per il contribuente residente in Italia. Il rispetto degli obblighi fiscali è infatti gestito dall’intermediario residente.

Ai fini della fiscalità italiana, sono considerati investimenti stranieri tutti gli investimenti/attività detenuti al di fuori del territorio italiano, che siano potenzialmente in grado di generare reddito (es.: beni immobili, conti bancari, azioni, fondi di investimento, assicurazioni sulla vita, fondi pensione volontari, stock options esercitabili ecc).

L’obbligo di comunicazione si assolve tramite il Modello Redditi PF, compilando la sezione speciale per le attività estere, nota come Modello RW.

La complessità del Modello RW dipende dal numero di attività detenute all’estero dal contribuente residente in Italia.

Il modello si divide in righi, uno per ogni attività da dichiarare. Le linee sono a loro volta divise in colonne da compilare con le informazioni sulle specifiche attività, ad esempio:

  • Il valore (in €) dell’attività all’inizio dell’anno fiscale italiano (1° Gennaio X), oppure al momento dell’acquisizione, e alla fine dell’anno fiscale italiano (31 Dicembre X), oppure al momento della vendita;
  • Il numero di giorni di proprietà dell’attività finanziaria durante tale periodo;
  • La percentuale di proprietà e il codice fiscale dei comproprietari fiscalmente residenti in Italia;
  • Se le attività finanziarie o le proprietà hanno generato reddito estero durante il relativo anno fiscale italiano.

Oltre ai fini di monitoraggio fiscale, il Modello RW è anche usato per determinare l’ammontare dell’imposta sul patrimonio dovuta sulle attività possedute:

  • Imposta sugli immobili situati all’estero (IVIE) e
  • Imposta sul valore delle attività detenute all’estero (IVAFE).

Dato che la sezione RW fa parte del Modello Redditi PF, deve essere presentata entro gli stessi termini della dichiarazione.

Il pagamento di IVIE e IVAFE segue le regole e le tempistiche descritte nel capitolo precedente, inclusa la procedura di pagamento dei due acconti annuali; tutti i saldi e gli acconti si versano tramite il già menzionato modello F24.

Mancata o incorretta presentazione del modello RW

In caso di attività finanziarie estere, anche se non risulta dovuta l’imposta sul patrimonio, eventuali irregolarità nella compilazione del Modello RW risulteranno in sanzioni amministrative, che variano dal 3% al 15% degli importi non dichiarati (dal 6% al 30% se le attività sono detenute in un Paese della “black list”).

Inoltre, se l’IVIE e l’IVAFE sono dovute, in aggiunta alle sanzioni amministrative sopraindicate, l’omessa dichiarazione dei corrispettivi importi all’interno della dichiarazione dei redditi può risultare in sanzioni che variano dal 90% al 180% dell’imposta dovuta.

Entrambi i tipi di sanzione possono essere ridotti della stessa percentuale, come indicato nel capitolo precedente (da un nono a un sesto della sanzione minima), in base a quando avviene la regolarizzazione.

È possibile correggere eventuali irregolarità riguardanti il Modello RW, inclusa la sua omissione, a patto che la dichiarazione sia compilata entro i termini o con un ritardo di non più di 90 giorni. Infatti, come precedentemente spiegato, le dichiarazioni presentate più di 90 giorni dopo la data prevista sono considerate omesse dalle autorità fiscali italiane.

Come evitare la doppia tassazione in Italia?

Se i redditi prodotti all’estero contribuiscono al reddito imponibile totale italiano, il sistema prevede un credito d’imposta per i residenti in modo da poter eliminare (o almeno mitigare) il problema della doppia imposizione.

D’altro canto, il metodo del credito d’imposta non si applica ai redditi esteri che sono totalmente esenti o soggetti a ritenuta in Italia. Il motivo è che tali redditi non contribuiscono al reddito imponibile totale delle persone fisiche.

Attraverso il meccanismo del credito d’imposta estera, le imposte pagate all’estero su base permanente (il termine esclude tutte le imposte pagate in anticipo) possono essere dedotte dall’importo netto dovuto in Italia, fino all’aliquota corrispondente al rapporto tra reddito prodotto all’estero e reddito totale, meno le perdite da precedenti periodi d’imposta che possono essere dedotte.

Tuttavia, per le imposte sul reddito si richiedono delle caratteristiche specifiche, per poter applicare il credito:

  • I crediti d’imposta si applicano solo alle imposte pagate all’estero in modo permanente. Queste sono imposte pagate integralmente; non dovranno essere provvisorie e dunque soggette al pagamento di un saldo, né dovranno prevedere rate o essere soggette a rimborso parziale o totale.
  • Il pagamento finale delle imposte estere deve essere effettuato entro le scadenze per la compilazione della dichiarazione dei redditi italiana per il periodo a cui le imposte si riferiscono.
  • Nel caso in cui il pagamento finale sia effettuato dopo questa data, è prevista una nuova liquidazione per tenere conto di eventuali redditi esteri aggiuntivi. In questo caso, la deduzione è calcolata sulle imposte dovute per il periodo d’imposta in cui la richiesta è stata effettuata.

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Riferimenti Normativi

Decreto Presidenziale n. 917 del 22 Dicembre 1986 – Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR)

Fonte

Art. 1 del Decreto Legislativo n. 471/1997

Fonte

Art. 5 del Decreto-legge n. 167/1990

Fonte

Art. 13 del Decreto Legislativo n. 472/1997 – ravvedimento operoso

Fonte

Decreto Ministeriale del 4 Maggio 1999 – Paesi della Blacklist

Fonte

Agenzia delle Entrate – sito web

Fonte

Circolare n. 9/E del 2015 - Agenzia delle Entrate - Disciplina del credito d'imposta per i redditi prodotti all'estero - Articolo 165 del TUIR - Chiarimenti

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