Le autorità britanniche forniscono chiarimenti sul permesso di soggiorno per Frontier Workers
Il permesso per lavoratori frontalieri è una novità introdotta dal Governo britannico a dicembre 2020 e si rivolge a lavoratori, dipendenti o autonomi, che svolgono nel Paese un’attività “reale ed effettiva” e non siano “principalmente residenti nel Regno Unito”.
Requisiti di ammissibilità
Il visto è dunque rivolto a lavoratori UE che lavorassero già in UK alla data del 31 dicembre 2020, che abbiano continuato a lavorare in UK almeno una volta ogni 12 mesi e che non vivono abitualmente in UK, e cioè: che abbiano trascorso meno di 180 giorni nel Regno Unito in ogni periodo di 12 mesi, ovvero, che siano tornati nel proprio Paese di residenza almeno: (i) una volta ogni sei mesi; (ii) due volte in ogni periodo di 12 mesi.
Tuttavia, le Autorità britanniche, interpellate a tale proposito, hanno chiarito che l’attività autonoma o dipendente deve produrre reddito nel Regno Unito. I lavoratori assunti da aziende italiane ed inviati per trasferte brevi nel Paese non sembrerebbero quindi rientrate nella menzionata fattispecie.