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Reati 231: quali sono i reati e le sanzioni previsti dal D. Lgs. 231/2001

Una guida sui principali reati e sanzioni connessi al D.Lgs. 231/2001 e al MOG 231.

Indice dei Contenuti

Abbiamo visto che il Modello Organizzativo 231 si pone come uno strumento efficace per offrire una protezione all’Azienda da determinati reati e in caso di contenziosi legali. 

Vediamo ora quali sono i principali reati connessi al Modello 231.

Quali sono i reati del MOG 231?

Innanzitutto, bisogna ricordare che esiste un numero chiuso di reati per i quali l’Azienda è chiamata a rispondere. Che significa ciò?

In parole povere, l’Azienda non può essere sanzionata per qualsiasi reato commesso nell’ambito dello svolgimento delle sue attività. Infatti, sono previste sanzioni solamente per determinati reati identificati dal legislatore e indicati dalla legge.

Inoltre, sussiste il limite di applicabilità del Decreto solamente ai reati presupposto. Questi sono una serie di illeciti penali che, se commessi da persone legate all’azienda, possono portare a sanzioni amministrative per la stessa azienda. Questo approccio legale mira a responsabilizzare le organizzazioni per le azioni dei loro dirigenti, dipendenti o collaboratori. 

Ancora, occorre fare un’ulteriore precisazione. Infatti, l’elenco dei reati sanzionabili che possono causare delle responsabilità aziendali è in continuo aggiornamento e ampliamento. Potenzialmente, copre qualsiasi area di attività delle imprese. Si varia da reati tipici ed esclusivi dell’attività di impresa a reati che invece non sono pertinenti alle attività dell’impresa vera e propria e sfociano quasi in attività a sfondo di organizzazioni criminali. 

Quali sono i nuovi reati introdotti nel modello 231?

Recentemente sono state introdotte delle modifiche con la Legge del 9 marzo 2022 n. 22. Con quest’ultima sono stati aggiunti gli articoli 25-septiesdecies e 25-duodevices che hanno introdotto due nuove tipologie di reato presupposto: “Delitti contro il patrimonio culturale” e “Riciclaggio di beni culturali e devastazione e saccheggio di beni culturali e paesaggistici”).

Un ulteriore aggiornamento è stato apportato con la Legge del 9 ottobre 2023 n. 137, che ha modificato gli articoli 24 e 25-octies. In quest’ultimo caso, non sono stati introdotti nuovi reati ma si è operato un ampliamento dei reati presupposto facenti parte di due tipologie già esistenti (“Indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode informatica in danno dello Stato o di un ente pubblico” e “Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, nonché autoriciclaggio“).

Queste due modifiche hanno apportato un ampliamento dei reati presupposto della responsabilità amministrativa degli enti.

Si ricorda, di conseguenza, la necessità di aggiornare i Modelli di Organizzazione e di Gestione (MOG) da parte degli Organismi di Vigilanza.  

Reati 231: quali sono

I reati principali a cui la maggior parte delle Aziende possono essere esposte appartengono alle seguenti categorie:  

  • Reati verso la pubblica amministrazione: ossia verso i pubblici ufficiali per trarne dei vantaggi (concussione, corruzione in atti giudiziari, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio ecc.); 
  • Reati societari: riguardano i comportamenti di soggetti apicali o subordinati che non rappresentano la società in modo corretto al fine di ottenerne vantaggi (ex.: false comunicazioni sociali, omessa comunicazione del conflitto d’interessi); 
  • Reati riguardanti la sicurezza sul lavoro, come omicidio colposo o lesioni gravi commessi a causa della violazione delle norme di tutela della salute e sicurezza sul lavoro.  

Quest’ultima famiglia di reati è stata inserita nel 2007 con il nuovo articolo 25-septies. L’articolo prevede delle sanzioni alle Aziende per condotte integranti i reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi, commesse a seguito di violazioni di norme antinfortunistiche o di tutela dell’igiene e della salute sul lavoro.

Ricordiamo che per lesione colposa grave si intende una malattia che mette a rischio la vita della persona malata, causando un’incapacità di svolgere le consuete occupazioni lavorative per un periodo superiore ai 40 giorni. Per lesione gravissima, invece, si intende una malattia incurabile oppure la perdita di un senso o di un arto.  

Ulteriori reati previsti dal decreto 231

  • Reati ambientali, aggiunti nel 2011. La responsabilità amministrativa è stata estesa anche in caso di reati che possano provocare danni o effetti negativi all’ambiente. Si sanzionano così sia condotte dolose che colpose.  
  • Reati informatici come accesso abusivo a sistema informatico o hacking (articolo 235).  
  • Reati di terrorismo o eversione dell’ordine democratico. 
  • Reati transnazionali (traffico di migranti, riciclaggio…). 

Dopo aver avuto un’idea circa i reati previsti dal MOG, sorge spontaneo domandarsi: che tipo di sanzioni sono previste?

Quali sono le sanzioni previste nel decreto 231?

Il Decreto 231 individua diverse sanzioni per i reati presupposto commessi dai vertici apicali o da altri sottoposti a vantaggio dell’Azienda o nel proprio interesse personale. Occorre dire che le sanzioni previste devono essere commisurate alla gravità dell’infrazione commessa.

Analizzando il tipo di sanzioni previste, possiamo trovare i seguenti tipi: 

Sanzioni interdittive

Con esse si intende l’interdizione dall’esercizio dell’attività con:

  • Sospensione o revoca di autorizzazioni/licenze/concessioni;
  • Mancata ammissione a gare di fornitura della Pubblica Amministrazione;
  • Divieto di pubblicizzare i propri beni o servizi;
  • Revoca di finanziamenti, sussidi, agevolazioni varie.

La durata dell’interdizione può variare dai 3 mesi ai 2 anni.

Questa tipologia di pena è applicabile per tutti i reati-presupposto, fatta eccezione dei reati societari e gli abusi di mercato. In particolare, queste specifiche disposizioni vengono messe in atto qualora si verifichi una delle condizioni qui riportate:

  1. L’Organizzazione ha avuto un profitto dal reato; 
  2. ll reato è commesso da soggetti che ricoprono incarichi dirigenziali o sottoposti a causa di problemi nell’Organizzazione;
  3. Si ha il rischio di iterazione degli illeciti.  

Per quanto riguarda le sanzioni interdittive esiste un’alternativa, infatti si può prendere in considerazione la possibilità di nominare un commissario giudiziale. In questo caso, il Giudice può decidere di non interrompere il normale svolgimento delle attività aziendali ma nomina un commissario per un periodo pari alla durata della pena interdittiva che sarebbe stata applicata. Questo può verificarsi specialmente nel caso in cui l’Azienda svolge un servizio pubblico, la cui interruzione potrebbe causare un danno per la collettività oppure, in relazione alle dimensioni e le condizioni economiche del territorio di appartenenza, delle ripercussioni sull’occupazione. 

Ulteriori condizioni per le sanzioni interdittive

Inoltre, è possibile applicare le sanzioni interdittive anche in via cautelare in presenza delle seguenti condizioni:  

  • Una probabilità limitata e sufficiente che si sia verificato un reato in un caso particolare;
  • L’esistenza di fondati, concreti indizi che dimostrino l’effettiva ed attuale probabilità di reiterazione di un reato della stessa specie di quello perseguito. 

Queste misure possono anche essere sospese se l’Organizzazione decide di implementare particolari misure al fine di porre rimedio al danno, dunque, si decide di risarcire integralmente il danno o si eliminano le eventuali conseguenze oppure si decide di procedere con l’adozione di un Modello Organizzativo di Gestione. 

Sanzioni pecuniarie

Le quote vanno definite in base a una serie di parametri quali:

  • La gravità del fatto;
  • Il grado di colpa dell’Azienda;
  • Se sono state svolte delle azioni in grado di mitigare le conseguenze del fatto.

Tenendo conto di questi molteplici indici, è possibile stabilire il valore monetario della singola sanzione. Questa può andare da un minimo di €25.800 a un massimo di €1.549.000.  

Per quanto riguarda quest’ultima, occorre precisare che questa può essere ridotta della metà e non superare una determinata soglia se:

  1. L’Azienda ha ottenuto un vantaggio nullo o minimo dal reato commesso. L’autore quindi ha agito nel proprio interesse personale o di terzi, e
  2. Il danno patrimoniale causato è di lieve entità.  

Un’ulteriore riduzione della sanzione si può ottenere se prima dell’inizio del processo in primo grado, l’Azienda ha risarcito il danno e si è impegnata a eliminare le conseguenze del reato e se ha adottato un Modello Organizzativo per prevenire reati simili a quello già commesso. 

Tuttavia, è bene rendersi conto della scarsa efficacia che possono avere le pene pecuniari soprattutto nei confronti di medie-grandi imprese. Per quest’ultime, infatti, queste sanzioni non sono altro che un ordinario rischio di impresa e quindi sono attenuate attraverso la stipula di polizze assicurative o la creazione di fondi ad hoc.   

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Riferimenti Normativi

Decreto legislativo del 08/06/2001 n. 231

Fonte

Legge del 09/03/2022 n. 22

Fonte

Legge 9 ottobre 2023, n. 137

Fonte

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