Il 6 settembre 2022 la Commissione europea ha presentato una proposta sulla sospensione dell’accordo sulla facilitazione del rilascio dei visti ai cittadini dell’Unione europea e della Federazione russa e sul non riconoscimento dei passaporti russi rilasciati nelle regioni straniere occupate.
L’accordo UE-Russia
L’accordo tra l’Unione europea e la Russia sulla facilitazione del rilascio dei visti ai cittadini dell’UE e della Federazione russa (“Visa Facilitation Agreement”) è entrato in vigore il 1° giugno 2007. L’accordo mirava ad agevolare il rilascio di visti per soggiorni non superiori a 90 giorni per un periodo di 180 giorni ai cittadini dell’UE e della Russia.
Poi, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina lo scorso febbraio, l’UE ha deciso di infliggere sanzioni alla Russia e il 31 agosto gli Stati membri hanno deciso di presentare una proposta per sospendere l’accordo di facilitazione del visto, al fine di ridurre il numero di nuovi visti che gli Stati membri dell’UE devono rilasciare ai cittadini russi. Di conseguenza, si applicheranno invece le regole generali del codice dei visti.
Questa risoluzione fa seguito alla decisione del Consiglio dell’Unione europea del 25 febbraio 2022 di sospendere parzialmente l’accordo UE-Russia.
Conseguenze
Le conseguenze per i cittadini russi a seguito della sospensione dell’accordo di facilitazione del rilascio dei visti sono le seguenti:
- Il costo dei visti aumenterà da € 35 a € 80 per i richiedenti
- Il termine entro il quale i Consolati devono decidere in merito alla richiesta di visto aumenterà da 10 a 15 giorni e potrebbe essere prorogato per un massimo di 45 giorni qualora sia necessario esaminare a fondo la richiesta.
- Le norme sui visti per ingressi multipli nelle aree Schengen diventeranno più restrittive
- I destinatari dovranno presentare l’elenco completo dei documenti giustificativi e non solo l’elenco semplificato previsto dall’accordo di facilitazione del rilascio dei visti
Invece, i richiedenti di nazionalità russa come parenti di cittadini dell’UE, giornalisti, dissidenti e rappresentanti della società civile potranno ancora entrare nell’UE.
Non riconoscimento dei passaporti russi
Poiché gli Stati membri non hanno riconosciuto l’annessione illegale della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli da parte della Federazione russa avvenuta nel 2014 e di altre regioni russe occupate in Ucraina, i passaporti rilasciati dalle autorità russe in tali territori non vengono riconosciuti dagli Stati membri ai fini del rilascio dei visti e dell’attraversamento delle frontiere esterne.
Decisioni del Consiglio dell’Unione europea e del Parlamento europeo
Spetta ora al Consiglio dell’Unione europea esaminare e adottare la proposta di sospensione dell’accordo di facilitazione del rilascio dei visti. Una volta adottata, la decisione entrerà in vigore due giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. La decisione sarà quindi notificata alla Russia entro 48 ore dall’entrata in vigore.
Il Consiglio dell’Unione europea, insieme al Parlamento europeo, dovrà anche decidere in merito alla proposta di non riconoscimento dei passaporti russi rilasciati nelle regioni occupate dell’Ucraina. Le misure entreranno in vigore il giorno successivo alla pubblicazione della decisione nella Gazzetta ufficiale dell’UE.