Mercoledì 11 dicembre 2019, Il Gran Consiglio di Bellinzona ha approvato una legge che istituisce in Canton Ticino il salario minimo per tutti i lavoratori.
La norma prevede un innalzamento graduale e progressivo dei livelli retributivi minimi da 19,75 franchi sino a 20,25 franchi all’ora nell’arco di quattro anni.
Questo aumento coinvolge all’incirca 13mila persone, di cui oltre il 60% dovrebbero essere frontalieri. I maggiori costi per le imprese sono stati invece calcolati attorno ai 5 milioni di franchi all’anno.
L’obiettivo di questa manovra è di rendere meno conveniente il ricorso alla manodopera transfrontaliera, la cui presenza nel Cantone italiano è considerevole e da tempo al centro di dibattiti dell’opinione pubblica e politica.
Ciononostante, non è da escludere che la nuova legge venga impugnata e sottoposta al referendum popolare, a causa delle possibili conseguenze negative come ad esempio il livellamento dei salari dei residenti verso il basso.