Nel novembre 2024, la Spagna ha approvato una nuova legge di immigrazione volta a migliorare l’integrazione dei migranti in tema di lavoro, istruzione e famiglia.
Con la nuova legge, le autorità intendono adattare il quadro normativo alle attuali tendenze migratorie del paese. Inoltre, si cerca di soddisfare le esigenze del mercato del lavoro nazionale, proteggendo al contempo i diritti dei lavoratori migranti.
Principali aggiornamenti
La legge (Real Decreto 1155/2024) è entrata in vigore a partire dal 20 maggio 2025. Essa ha impatto sul rilascio dei visti in quanto delimita le competenze delle autorità e riduce la burocrazia. Inoltre, facilita l’ingresso al lavoro, ampliando i diritti dei lavoratori migranti e cercando di rispondere alle esigenze del mercato nazionale.
Visti
La riforma introduce nuove opzioni di visto per soggiorni di breve e lungo periodo, visti di transito e per persone in cerca di lavoro. In particolare, la validità del visto per ricerca lavoro è stata estesa da tre mesi a un anno.
Inoltre, il decreto stabilisce una durata più lunga per i visti. Infatti, i visti avranno ora una validità minima di un anno e saranno rinnovabili per quattro anni, tranne quello per le famiglie che avrà una durata di cinque anni.
Infine, la legge semplifica le regole per l’acquisizione del permesso di soggiorno a lungo termine. Ad esempio, non è più necessario lasciare il paese per poter ottenere il permesso di soggiorno a lungo termine, dopo essere stati precedentemente in possesso dello status di residenza temporanea.
Regolarizzazioni
Le autorità hanno attuato nuove procedure per il cosiddetto arraigo, ovvero la procedura per consentire ai migranti irregolari di ottenere la residenza legale e di integrarsi in Spagna. La riforma prevede cinque tipi di integrazione, ovvero l’arraigo sociale, socio-lavorativo, familiare, socioeducativo e la cosiddetta “seconda opportunità”. Quest’ultima è rivolto a coloro che hanno avuto un permesso di soggiorno negli ultimi due anni ma non l’hanno rinnovato.
Il periodo minimo di residenza richiesto è stato ridotto da tre a due anni. Inoltre, i criteri sono stati resi più flessibili e chi ha il permesso potrà lavorare sia come dipendente che come autonomo fin dal primo momento.
Il governo stima che circa 300.000 stranieri potrebbero regolarizzarsi ogni anno nei prossimi tre anni, grazie a questo nuovo sistema.
Lavoro
La riforma facilita l’ingresso al lavoro e approfondisce il diritto dei lavoratori migranti, rispondendo anche alle esigenze del mercato nazionale.
Di conseguenza, la maggior parte dei permessi presentati nel decreto consentirà alle persone di lavorare immediatamente. Ciò è vantaggioso, ad esempio, per i titolari di permessi di studio, che potranno lavorare fino a 30 ore alla settimana. Inoltre, gli studenti stranieri potranno convertire rapidamente il visto di studio in permesso di lavoro alla scadenza del proprio permesso.
Per quanto riguarda i permessi di lavoro, viene creato un permesso specifico per il lavoro stagionale che facilita le assunzioni sia individuali che collettive. Inoltre, per tutelare i diritti dei lavoratori, le autorità preposte all’immigrazione dovranno fornire ai migranti informazioni scritte sulle condizioni di lavoro, sul soggiorno e sui loro obblighi da lavoratori, in una lingua a loro comprensibile.
Inoltre, i lavoratori potranno cambiare datore di lavoro in caso di abusi o per altre ragioni che impediscano lo sviluppo del rapporto di lavoro.
Ricongiungimento familiare
Il Ministro per l’Inclusione, la Sicurezza Sociale e la Migrazione ha sottolineato inoltre l’importanza del valorizzare la famiglia, per trattenere i talenti stranieri.
Pertanto, la riforma ha modificato le regole del ricongiungimento familiare per i residenti stranieri e per i cittadini di nazionalità spagnola. Nel caso dei familiari di cittadini spagnoli, si contemplano ora anche le coppie non formalmente registrate, ma che sono in grado di dimostrare una relazione affettiva. Inoltre, l’età minima dei figli per il ricongiungimento familiare è passata da 21 a 26 anni.